Il clisimetro a traguardi [STEP 01] è uno strumento utilizzato in topografia [STEP 04] per la determinazione indiretta dell’altimetria attraverso la misura della pendenza, ossia della tangente trigonometrica che il piano, oggetto di studio, forma con l'orizzonte.
Fa parte, dunque, degli strumenti utili alla misurazione di angoli verticali (strumenti zenitali) [STEP 14].
Lo strumento in esame si basa sul criterio di similitudine dei triangoli rettangoli [STEP 05].
Per utilizzare il clisimetro è fondamentale conoscerne le diverse parti [STEP 16] con
relativa nomenclatura [STEP 03], la
procedura da seguire per il posizionamento e la modalità di lettura ed interpretazione dei dati [STEP 22].
Quattro i principali tipi di clisimetro: a traguardi, a filo
di piombo, a cannocchiale ed infine il clisigoniometro.
L’invenzione del clisimetro a traguardi è attribuita a Chézy Antoine [STEP 09]: ingegnere ed ispettore generale di ponti e strade e direttore dell’Ecole des ponts et chaussèes vissuto tra il 1718 e il 1798 in Francia [STEP 15].
Non è possibile trovare un marchio dell'epoca [STEP 20] né un brevetto, ma ve ne sono del XIX secolo utili, comunque, per capire l’evoluzione dello strumento [STEP 17] insieme a testi che ne ripercorrono la storia tra cui quello di Paul Breton, “Traité du nivellement”,Parigi: libraire scientifique – industrielle, 1848 fino a quello di S. & R. Cannarozzo - L. Cucchiarini - W. Meschieri, “Nuovo corso di topografia 2” di , Angelo Signorelli: Roma, 1993 [STEP 10].
Non esistono neppure standard risalenti all’epoca in cui il clisimetro a traguardi è stato inventato ed utilizzato, ma ve ne sono di formulati successivamente adattabili allo strumento. Tra questi sono da ricordare lo STANDARD ISO 17123 e lo STANDARD ISO 9849 riguardanti la corretta taratura e descrizione di strumenti geodetici [STEP 23].
Tra le più importanti case costruttrici italiane di fine
‘800 è bene ricordare “l’Opificio Spano” e “La Filotecnica” [STEP 11] di cui
sono ancora reperibili alcune pubblicità risalenti al 1928 [STEP 13].
Esistono alcuni esemplari di clisimetri a traguardo perfettamente conservati quali quello presente presso l’istituto geografico militare di Firenze [STEP 02]. Il materiale di cui è costituito è l’ottone (una lega di rame e zinco) [STEP 08] che va incontro a vistosi processi di ossidazione acquisendo una colorazione decisamente più scura e meno lucente rispetto all’originale [STEP 26].
Sebbene il clisimetro a traguardi rappresenti uno strumento non particolarmente utilizzato nè diffuso, come è possibile dimostrare, guardando l’uso del termine nei libri [STEP 24], sono numerosissimi i vocaboli di uso comune collegati in qualche modo allo strumento [STEP 19].
Stupisce anche il fatto che se ne trova traccia addirittura nel
cinema. Nel trailer del film “L’inglese che salì la collina e scese da una
montagna”, del 1995, infatti, si vede un
livello di Egault, facente parte della famiglia dei clisimetri, al momento del suo utilizzo [STEP 12]. Lo stesso è
rappresentato in un francobollo russo del 1961 [STEP 18] ed in alcuni fumetti aventi come soggetti topografi e relativi
strumenti [STEP 21].
La pendenza, oggetto di studio del clisimetro, è indicata ai giorni nostri con il segnale stradale che indica salite ripide e relativa pendenza espressa in %.
In mitologia la pendenza [STEP 06] è invece considerata segno di condanna persistente per Sisifo [STEP 07] condannato a spingere un masso dalla base alla cima di un monte senza mai riuscire a completare il suo obiettivo impostogli da Zeus.
Come tutti gli strumenti scientifici anche il clisimetro a traguardi richiede, per un utilizzo corretto, l’abilità del topografo che lavori posizionandolo in modo adeguato e la lettura precisa dei dati anche se non si sarà mai esenti al 100% da errori umani [STEP 27].