L'esemplare di clisimetro a traguardi di Chézy conservato presso l'istituto tecnico statale "G. Genga" di Pesaro è in ottone. Si tratta di una lega di rame e zinco che ha proprietà differenti a seconda della percentuale di zinco presenti.
Per ottenerla occorre riscaldare, fino alla fusione, i singoli componenti che non si combinano chimicamente tra loro, ma si disperdono l'uno nell'altro come avviene nelle soluzioni "comuni". É necessario, quindi, lasciare raffreddare il miscuglio omogeneo fino al consolidamento.
L'ottone ha proprietà differenti a seconda della percentuale di zinco presente.
Si distinguono ottoni di fase alfa (36% di zinco), ottoni di fase beta (zinco dal 36% al 45%) ed ottoni con oltre il 45% di zinco. Questi ultimi non hanno interesse pratico.
Esistono ottoni binari formati esclusivamente da rame e zinco, ottoni ternari in cui è presente un terzo elemento e quaternari in cui sono presenti altri due elementi chimici. Gli elementi che normalmente si aggiungono allo zinco e al rame sono: lo stagno (per aumentarne la resistenza alla corrosione), il ferro (per incrementare il carico di rottura) e il nichel (per migliorarne le caratteristiche meccaniche).
Il materiale è duttile, malleabile ed ha ottime proprietà acustiche.
Sembra che l'ottone fosse già noto in Palestina tra il XIV e X sec. a.C. Si realizzava una lega "occasionale" riscaldando il rame in granuli con minerali di zinco. L'ottone fu nominato da Omero che lo mette in relazione con Afrodite dea della bellezza e dell'amore. Si parla del "rame dalla montagna" nominato anche da Platone nel mito di Atlantide. Nel Medioevo la lega venne utilizzata nella produzione di strumenti musicali (gli ottoni: tromba, corno, trombone, ecc...) ed in sassofoni e percussioni.
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